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PASQUA: LA RISPOSTA E' IL VUOTO

Quale Pasqua desideriamo?

Eccoci qui, a riscrivere di Dolore, sofferenza, tradimenti e di Resurrezione, di Pace e di Luce.

Eccoci qui, a scovare in noi ogni ogni piccola motivazione di Vita, ogni piccolo appiglio che abbia a che fare con la Pace, o perlomeno a qualcosa che le assomigli.

E ci affanniamo, volgiamo lo sguardo al passato, ai ricordi, a ciò che è stato, a ciò che ...un tempo... ci ha risollevato, cullato, confortato.

Alle tante domande non c'è risposta, perchè l'ansia del trovare e l'atto incessante del cercare, non ci permette di vedere e sentire. Solo vedere e sentire.

Cerchiamo in luoghi sbagliati, cose vecchie; in luoghi di morte, persone vive; in luoghi lontani, cuori vicini.

Già, perchè la risposta è il Vuoto non il pieno della Vita.

E' il silenzio che quieta, non il tuono potente del mondo.

E' la luce della fessura, non la luce che abbaglia e nemmeno il buio che oscura.

E' un respiro che ammorbidisce, non l'abitudine alla sua frequenza.

E' la gratitudine ad ogni azione che dura meno di un secondo, non il diritto a ringraziamenti.

La risposta è lì dove a volte ci scoccia stare

perchè è faticoso, perchè ci obbliga a fare i conti con ciò che non c'è: tutto il pieno del vuoto.

E' allora che la Pasqua diventa fiducia in ciò che non vedo con gli occhi, ma credo profondamente che culla la mia vita in mille modi diversi.

Se sto in quel vuoto, vedo la fessura di luce, la gratitudine in un secondo, il respiro morbido, il silenzio che quieta ogni desiderio di parola.

Se sto in quel vuoto, potrò accogliere, ospitare, nutrire.

Se sto nel pieno, avrò già tutto...tutto ciò che non mi serve.




LA LUCE DELLA PASQUA


I dubbi del buio che attraversano la certezza della Luce.
La Pasqua interroga ciascuno di noi:
sulla paura della morte, sul senso della vita,
sulla capacità di amare senza misura, senza calcoli.
Gratis.
Ci domanda se sappiamo accogliere gli "amici" scomodi,
quelli che a pelle percepiamo, che prima o poi ci tradiranno.
Ci mette in discussione quando il nostro ego ci eleva in alto
e ci priva di umiltà.
Ci invita a guardare oltre, più lontano dei nostri orizzonti
per scovare il passaggio del buio alla luce.
A volte ci obbliga a stare sul Golgota
più del tempo calcolato e sperato e così, impariamo ad attendere.
E, la Pasqua ci interroga sul dove siamo ora,
a che punto del cammino, a quale crocevia,
con chi siamo e quali sono i talenti
che portiamo nello zaino della vita.
E poi, cosa importante, prima dell'Inno Pasquale,
ci invita al silenzio, quel silenzio del cuore oltre che delle parole, quel silenzio delle emozioni
che prevarica ogni suono interiore ed esteriore.
La santa Pasqua:
l'inizio della consapevolezza che Dio può... Auguri ad ogni cuore felice, dolorante, preoccupato.
Perché la consolazione e l'amore arrivi nel profondo per trasformare!

Marisa Storgato


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