Entrare in sintonia con l’altro vuol dire aprire il proprio cuore.
Quanto siamo capaci di ascoltare, sentire, esplorare le altre persone?
Quante volte ci sentiamo non compresi, interrotti, giudicati dagli altri?
Vi è mai capitato di parlare di una vostra esperienza e l’altro si sovrappone raccontando tutt’altro?
Oppure, ci siamo chiesti come ci sentiamo quando ascoltando un’altra persona sentiamo nascere in noi il desiderio di allontanarci?
E quando nasce in noi un giudizio dietro l’altro non solo sull’argomentazione del nostro interlocutore, ma sulla sua persona?
Beh, nessuno è esente da questo, per tale motivo dobbiamo portare il focus su alcuni aspetti importanti dell’ascolto.
In effetti, è più facile dare consigli che saper ascoltare.
Ma ascoltare è una qualità essenziale per costruire relazioni, cambiarle, trasformarle. In una parola, viverle.
E’ proprio attraverso l'ascolto che incontriamo e conosciamo l'altro.
Non solo l'altro da noi, estraneo, l'amico, il collega, ma anche l'altro che risiede dentro di noi, quell'universo spesso nascosto che è parte di noi e a cui spesso non diamo ascolto, limitandoci a definirlo un sentore, un istinto, un intuito.
✯E’ stare in ascolto con la nostra parte che borbotta sempre oppure con la costante critica verso il mondo.
✯E’ stare in ascolto con le faticose sensazioni che l’altro suscita in me, e che non sempre sono piacevoli.
✯E’ stare in ascolto di quella parte di me buia e vuota, quella che fallisce, quella che vorrebbe “dirgliene quatto”, quella arrabbiata o quella sotterrata a terra dalla sfiducia.
L'ascolto ci permette anche di capire se e quanto l'altro ci ama e quanto noi siamo capaci di amarci e amare.
Ascoltare è un atto d'amore fondamentale per conoscere e comprendere se stessi e gli altri; significa conoscere, collaborare, costruire relazioni positive di amore, amicizia, cooperazione.
Allenare l'ascolto vuole dire rendere più profonda la conoscenza e aprire il proprio cuore alle tante sfumature delle emozioni che ci abitano.
E voi sapete ascoltare?
Proviamo a confrontarci con questi tre esercizi:
1. L'ascolto inizia dal silenzio
La prima regola per ascoltare è essere in silenzio.
Spesso pensiamo che sia buona cosa anticipare la frase finale dell'altro per dimostrargli che abbiamo capito, interromperlo quando ha detto una cosa che ci ha molto colpito, rispondere o dare consigli prima ancora che abbia finito di illustrare il suo problema. Un atteggiamento di ascolto significa essere in silenzio, stiamo sentendo ciò che l'altro ci suscita; significa stare in silenzio anche dei nostri giudizi personali, delle nostre emozioni, delle nostre critiche. Fare silenzio non solo di parole esterne, ma anche di parole interne. Ecco, questa modalità di silenzio ci permette di ascoltare e di pensare senza pregiudizi.
2. Accettare nuove sensazioni
Questo è un esercizio semplice e breve, ma è forse il più delicato di tutti.
Diceva il filosofo tedesco Hengel:
“Ciò che è più noto e anche ciò che è più sconosciuto”
Quando ascolti una parte di te o ascolti l’altro, cerca di porti un obiettivo: sorprenderti!
3. Dall'empatia alla simpatia
L’esercizio è efficace soprattutto nelle conversazioni in cui uno degli interlocutori ha un problema da risolvere e non sa come fare.
Ecco che si accende un’intensa comunicazione di consigli su come vivere la vita, che a volte rischiano di trasformarsi in prediche e pregiudizi. Fateci caso: se per qualche motivo, state male, provate e parlarne ad un amico o in casa, poi calcolate quanto tempo passa prima che fiocchi il primo consiglio: pochissimo! Non che i consigli siano sbagliati, ma c'è una tale ansia di dare la giusta dritta che non si riesce nemmeno a finire di raccontarsi.
Questa modalità spesso inconscia, a volte cerca di persuaderci dal suo punto di vista prima ancora che abbiamo finito di esprimere il nostro. Il risultato dell' ansia da consigli e prediche è che ci si ritira in se stessi, non sentendosi capiti.
Anche l'empatia a volte rischia di avere una doppia strada non del tutto adeguata per un buon effetto sull’ascolto.
L’atteggiamento empatico è un modo di capire l'altro attraverso la capacità di mettersi al suo post e di vedere il mondo come lui lo vede, spostarsi quindi da sé all’altro. Si cerca di entrare nei panni dell'altro, sente quello che sente lui, soffre con lui. Ma successivamente chi dimostra empatia, reagisce perché nasce il desiderio di fare qualcosa per chi sta parlando.
E’ proprio grazie all'empatia che smettiamo di ascoltare, come se avessimo fretta di risolvere. E’ dall’empatia che nasce l'”ansia del consiglio” e la fretta della predica!
Dobbiamo però ricordare che le persone in difficoltà non hanno bisogno di empatia e di prediche, ma di ascolto e di simpatia.
LIBRI PER TE
Ascoltarsi, ascoltare. Le vie dell'incontro e del dialogo
L'ascoltare è un'arte difficile. È certamente più difficile del parlare. E lo è soprattutto oggi. La nostra infatti è una società in cui tutti parlano ma pochi ascoltano. E quei pochi che sono disposti a farlo sembrano privilegiare l'ascolto virtuale, nuovo muretto e nuova piazza in cui trovano spazio i vari social network. Il buon ascolto è per sua natura circolare, per cui chi ascolta è anche ascoltato e chi è ascoltato, ascolta. Ciò favorisce la capacità di ascoltare se stessi senza cadere nel narcisismo e di ascoltare l'altro senza cadere nel conformismo. Evolutivamente, in principio è l'ascolto. La parola viene dopo. Non c'è nessun "Io parlo" se non è preceduto da un "Io ascolto". Se, dunque, avremo imparato ad ascoltare, sapremo anche parlare.
Come parlare perché i ragazzi ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino
Adele Faber e Elaine Mazlish, esperte nella comunicazione intergenerazionale, sono note al pubblico di tutto il mondo per il loro manuale "Come parlare perché i bambini ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino". E quando i bambini non sono più bambini? Con ragazzi e adolescenti la comunicazione, si sa, è ancora più difficile. Ma questo manuale, con il suo stile affabile e il taglio pratico, arricchito da vignette e testimonianze, mostra come comportarsi anche durante la cosiddetta "età ingrata", tanto più complessa nel mondo digitalizzato e perennemente connesso in cui vivono i nostri figli. Una guida sicura che vi spiegherà come affrontare, tra l'altro, questioni spinose tipo: il senso delle punizioni, l'importanza di rispettare gli orari, i pericoli delle "cattive compagnie", l'uso di fumo, alcol, droghe, i sentimenti e il sesso, i pericoli di Internet.
L'arte di saper ascoltare. Che cosa ti perdi se non ascolti e perché è importante
In modo ironico e illuminante spiega perché non siamo più capaci di ascoltare, quali sono le conseguenze e come invertire il trend. Utilizza psicologia, neuroscienze e sociologia dell'ascolto e introduce i lettori ai migliori esempi di ascoltatori, compresi agenti della CIA, moderatori nei focus group, bartender, conduttori radiofonici e venditori. Equamente diviso fra osservazione culturale, esplorazione scientifica e call to action, "L'arte di saper ascoltare" dimostra in modo inequivocabile l'importanza di chiudere la bocca e aprire bene le orecchie per comprendere meglio e vivere meglio.
Comunicare non basta. Bisogna anche saper ascoltare e voler capire
In una società come la nostra in cui la comunicazione sembra essere la chiave di tutto, il dilemma delle relazioni umane è la "Babele" degli scontri caratteriali: ognuno capisce quello che gli serve e risponde unicamente a quello che vuole e può aver capito. L'ostacolo è rappresentato dalle interpretazioni, dalle proiezioni e dall'evocato emotivo che l'argomento suscita negli interlocutori, i quali sono poco disponibili a dare fiducia all'altro e quindi ad ascoltarlo. Un libro dedicato ai professionisti della salute e anche a tutti coloro che della comunicazione fanno oggetto di studio.
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