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SOLSTIZIO D'INVERNO


Che la Madre dell’Aria e i suoi venti gelidi

spazzino via il superfluo,

l’inutile e il dannoso dalla mia vita

mettendo a nudo ciò che è davvero importante.


Che la Madre dell’Aria e i suoi venti gelidi

mi ricoprino di soffice e spessa neve per mantenermi nel silenzio

e nel riposo in attesa della primavera.


In questa notte, la più buia e fredda della Ruota

chiedo di imparare i doni dell’oscurità,

del silenzio, dell’attesa

chiedo di imparare a concentrarmi su di me,

sul mio nucleo più profondo

chiedo di imparare a prendermi cura della mia tana, quel luogo in me

dove vivo la pace


Madre che abiti le cime più alte e fredde

Signora dalla dimora di ghiaccio, castello di solitudine e introspezione

Regina dalla mente acuta, dallo sguardo penetrante e dal tocco forte

Insegnami il mistero dei tuoi doni e donami le tue ali

(Web)


In questo periodo le giornate si accorciano sempre più, fino al solstizio d'inverno del 21 dicembre che rappresenta la giornata più corta dell'intero anno.


Dopo questa data, il periodo di luce inizia gradatamente ad aumentare.

In quel momento il buio, che spesso rattrista i nostri cuori, ancora prevale nell'arco della giornata, ma si percepisce la “luce interiore” che inizia la sua ascesa.


Funziona così anche nella vita:

spesso dopo aver toccato il fondo sentiamo il richiamo sostanziale della coscienza che si propone in modo forte e decisivo nel togliere ciò che non favorisce la crescita positiva del nostro temperamento, ciò che limita lo spazio espressivo dell'anima necessario per la sua evoluzione.


La capacità evolutiva è la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta, certamente non sempre facile, ma questa capacità di rialzarsi prevede anche resilienza che viene rappresentata come ogni inversione di rotta, l'autocritica, la conoscenza di sé: si voltano le spalle alla confusione dell'esteriorità come l'apparire, la ricchezza, e si apre una nuova visione verso il divino nel profondo dell'anima.


Tutto questo accade lentamente: ogni ciclo, ogni inverno, ogni anno.


Il solstizio d'inverno decreta una parola importante: la pazienza.


Pazienza di attendere la luce, che già si presenta in forma più lunga,

che già dona speranza e vita.


E ci invita nel frattempo, a buttare l'occhio interiore all'essenzialità che custodiamo,

imparando anno dopo anno, a lasciare i dolori, le imperfezioni, ciò che non ci nutre più e riposare.


Proprio come un albero che lascia andare i suoi frutti e le sue foglie:

si spoglia.

E' lì che ritrova l'energia per le nuove primavere.






21 dicembre 2020. Oltre a cadere il solstizio d'inverno nel cielo potremo assistere a un evento di quasi unica bellezza e quasi unico:

la Grande Congiunzione.

Cos'è?


Nel cielo si ha una congiunzione quando due astri sembrano avvicinarsi tra loro (nella realtà però non è così). Ogni mese si possono ammirare varie congiunzioni, ad esempio tra la Luna e qualche pianeta (Marte, Venere) oppure tra un pianeta e una stella particolarmente luminosa, o ancora tra due pianeti. La Grande Congiunzione avverrà tra i due più grandi pianeti del sistema solare:

il signore degli anelli, Saturno, e il gigante gassoso, Giove. E' già da questa estate che i due pianeti si possono osservare nel nostro cielo e attualmente si possono vedere a sud. Per chi li ha visti in questi mesi si sarà accorto che i due si stanno avvicinando sempre più, questo perché il Gigante "corre" più veloce del Signore degli Anelli e a dicembre lo raggiungerà per poi sorpassarlo.

Ebbene, il 21 dicembre si troveranno quindi praticamente attaccati, come a vedere un'unica luce, un unico pianeta: la Grande Congiunzione. Questo allineamento sarà davvero eccezionale in quanto è dal 1226 che Giove e Saturno non si troveranno così vicini tra loro, in pratica da quasi 800 anni.

Ma se ai nostri occhi sembreranno simili a unico pianeta, nella realtà Giove e Saturno saranno distanti tra loro circa 730 milioni di km.

(web)



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