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FIORIRE

Aggiornamento: 6 apr 2021

Accorgersi di fiorire


"C’era una pianta rigogliosa, che si espandeva verso il cielo con i suoi grandi rami e le sue foglie verdi come smeraldo: tutti venivano a guardarla, ad ammirarla.

Faceva un’ombra magnifica e i visitatori del parco si rifugiavano nelle giornate afose sotto le sue fronde.

Tutti le erano riconoscenti per questo e la pianta si era abituata alle parole di gratitudine della gente. Aveva trovato il suo posto nel parco e quindi nel mondo: donava freschezza, pace, serenità a coloro che si affidavano alla sua ombra ristoratrice.

Si sentiva apprezzata, appagata, contenta, e anche buona e generosa.

Si può immaginare il suo sgomento quando cominciò a percepire la presenza di piccole escrescenze sui rami.

Era malata?

Da tutte le parti arrivavano su quelle escrescenze sciami di insetti, pollini e un profumo mai sentito penetrava il suo spazio vitale.

Che cos’è quest’odore?” si domandava. “Da dove viene? Quale essere è entrato dentro di me, chi sta invadendo il mio mondo?

un disagio che la sconvolgeva sino alle radici. Si chiedeva se valesse la pena di vivere in quello stato.

Non si sentiva più padrona di se stessa, della sua vita, e non le importava più nulla delle persone che andavano a riposarsi e a rifocillarsi alla sua ombra.

Quei bubboni proprio non li sopportava, li riteneva estranei alla sua vita, alla sua essenza.

Che cosa stava accadendo?


Fioriva e non lo sapeva.

Lottava contro la forza creativa che la abitava e che la stava facendo germogliare.

Combatteva come un nemico il centro di se stessa, l’aroma, la fragranza, la bellezza della sua anima, del suo modo unico di essere nel mondo.

Combatteva con tutte le sue forze l’unica cosa che conta nella vita: fiorire.


Quanto ci fa paura l’inverno della nostra vita, quanto temiamo il tramonto?


Quando si conquista quel silenzio interiore che è il campo dove fioriscono meglio i nostri talenti, le nostre vere inclinazioni e probabilmente la nostra autenticità.


Bisogna accorgersene.

Se non comprendi che stai fiorendo, finirai per farti del male, molto male.


Quasi tutti chiamano “disagi” le doglie del parto, la rottura delle acque della loro anima che sta sbocciando.

Una mentalità comune non vede niente e, come la pianta della fiaba, non capisce i miracoli che l’anima le sta regalando.

Fiorire non è doloroso, a patto di non seguire i ragionamenti di tutti gli altri."


Il morale di questa storia?

Beh, ognuno può dire la sua esperienza, la sua testimonianza, il suo sentire e il suo pensiero.

Fatto sta, che l’attenzione alla nostra interiorità è l’ingrediente segreto per poter vivere ogni nostra emozione.

E il secondo segreto è lasciare che ogni emozioni accada:

il nostro compito è guardarla, osservarla e poi lasciarla andare, come nuvole nel cielo... più le guardi, più cambiano forma e scorrono.

E tutto questo con amorevolezza e gentilezza, permettendo a noi stessi parole buone in assenza di giudizio.

Vai bene così come sei.

La tua emozione va bene.

Il tuo stato d’animo va bene.

Senza lottare per ottenere un cambiamento, ma permettere che quel cambiamento avvenga con fluidità, anche quando gli eventi della vita infuriano come tempeste.

Stare lì, con ogni cosa di noi:

ecco il nostro fiorire.


Ognuno di noi è un fiore, ma qualche volta siamo un po’ appassiti e abbiamo bisogno di riacquistare vigore. Noi fiori umani abbiamo bisogno di aria. Se inspiriamo ed esprimiamo profondamente, in modo cosciente, rifioriamo immediatamente. Possiamo respirare seduti, stando in piedi, coricati o camminando: dopo pochi minuti avremo riacquistato abbastanza freschezza da poter condividere il nostro fiore con gli altri.
I nostri amici hanno bisogno che noi siamo un fiore. Qualche volta potranno sentirsi tristi, ma nel vederci felici si ricorderanno del loro fiore e torneranno a sorridere. Ci sosteniamo l’uno con l’altro. Se sappiamo come far rivivere il nostro fiore quando non è più molto fresco, stiamo veramente servendo il mondo con gentilezza amorevole.





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