Posare lo sguardo sul germoglio: ecco un segreto per scoprire il nuovo in noi!
L'albero è un compagno silenzioso, umile, presente nelle nostre passeggiate, nel nostro cercare ossigeno, aria e libertà. Esso ha accompagnato l'essere umano nella sua esperienza e ne è stato simbolo ispirato, specchio, espressione di fecondità e simbolo di trascendenza. L'albero, secondo antichissime tradizioni, siamo noi stessi e la nostra stessa sorte è connessa alla sua. L'albero si connette attraverso invisibili radici, con il ricco mondo della madre terra, quel "sotto" che affascina tanto i bambini proprio perché non lo si vede…lascia spazio all’immaginazione. Si intuisce che sotto il tronco non solo la vita non è interrotta, ma possiede invece una sua straordinaria magica potenza. L'intuizione che anche noi siamo alberi viventi, può portare rispondenze nel nostro intimo, evocarci meditazione, concentrazione, forza d’animo, serenità. Ci sediamo volentieri sotto i suoi rami per gustare la sua ombra.
Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto. Tagore
Gli alberi rispecchiano la natura umana. Proprio in virtù di questa analogia uomo-albero possiamo percepire un’energia intensa e senza tempo che ci trasmette un senso ciclico di rinascita.
Immaginiamo di guardare l’albero dalle radici: sono nascoste, al buio.
Silenziosamente traggono nutrimento necessario, fatto di esperienze mineralizzate.
La sofferenza dell’uomo spesso deriva dal trascurare questo aspetto profondo.
Più frequentemente ci identifichiamo nel tronco, abbellito dai rami e dalle foglie brillanti.
Ci affacciamo così alla superficie dell’esistenza, esposti alla pioggia e al freddo,
sferzati dal vento e dalla bufera che alla fine ci feriscono e ci sconvolgono.
I fiori appassiranno, le belle foglie seccheranno e cadranno a terra.
E ci sembrerà nello smarrimento di aver perso qualcosa.
Ma ciò che l’albero sa bene è che tutto ciò che sprofonda nel buio muore solo in apparenza.
Rinascerà ciclicamente a primavera.
Percepirsi come un uomo albero significa questo:
sentirsi immersi nella terra e ascoltare la voce delle radici,
prendersene cura.
L'immagine arborea richiama l’interezza dell’universo:
- Il buio (le radici) e la luce (del fusto e dei rami)
- La vita e la morte
- Il nutrimento (dell’acqua)
- La distruzione (del fuoco)
- Il legame tra terra e cielo
AFFIDATI ALLA FORZA DEL SEME E DELLE RADICI!!!
LE FOGLIE E I FIORI
Sono come i pensieri.
Sono affacciati all'esterno, lontanissimi dal rizoma. Non ci si può affidare a loro per ritrovare l’equilibrio.
Anzi, la sofferenza deriva a volte dal dolore della loro perdita.
E’ una sofferenza “autunnale” che ci spinge nella malinconia e nel rimpianto. Ma non sono loro la parte essenziale. Sono destinati a svanire, a cadere, ad appassire e a rinascere ciclicamente.
TRONCO
Rappresenta il rapporto con la realtà. Può essere slanciato, liscio, scheggiato, contorto: su di esso si vedono chiaramente gli effetti permanenti o passeggeri degli agenti esterni. Ma nonostante tutto resiste. O, se viene abbattuto, rinasce. Proprio per questo
motivo il tronco, anche se non può vedere le sue radici, è il primo a vivere l’energia eterna che deriva direttamente dalla terra.
IL TRONCO nasce dal basso e si eleva con tutte le sue forze: così comunica con le divinità.
RIZOMA – RADICI
È la fonte di vitalità
È da sempre contenuta tutta la pianta nel suo divenire: energia, vitalità, sostentamento. È la parte più durevole ed essenziale. Le radici sono nascoste nella terra, perché è qui che si sviluppa la natura dell’uomo: sono l’inconscio, il profondo, l’istinto.
Non possiamo vedere le radici, ma ne cogliamo l’energia.
L’anima ha un progetto per noi, come il seme ha il progetto di fare quella pianta, con i suoi fiori e i suoi frutti. Stiamo male non perché la vita non ci è andata bene o ci ha riservato brutte sorprese, ma semplicemente perché non stiamo facendo i nostri fiori e i nostri frutti…
Quindi ogni disturbo è sempre il tentativo di portarci in un altro stato energetico, che ci distolga da noi stessi e realizzi ciò che vuole l’essenza. Cedere è sedersi sull'intelligenza del seme.
E’ sempre utile sapere che in noi abitano almeno due nomi: quello che ci hanno dato e quello che invece viene da un tesoro nascosto, dall'energia senza volto dell’anima. (R. Morelli)
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