Ricominciare? Recuperare?
Non ti so dire, amico mio, quale sia la soluzione. Non ne ho.
Siamo stati chiusi nelle nostre case, affidando tutta la forza di proseguire alla vita;
riducendo parole, attività, mestieri, arti, lavoro, incontri;
attaccandoci alla speranza di uscire quando la via di sopravvivenza era cercare una strada d’entrata in sé.
Sembra che questo tempo ci abbia derubato molte cose:
tante vite, tante emozioni, tante relazioni.
Ma non ho ancora compreso totalmente cosa ci abbia insegnato:
credo funzioni così, si comprende camminando lungo l’alternanza di vie in salita e discesa,
strade dissestate,
a doppia corsia,
a senso unico,
strade esclusivamente pedonali,
altre a pagamento e infinitamente lunghe, veloci e se rallenti puoi essere sanzionato.
Sì, questo tempo è stato capace di toccare e superare il limite tra me e la comunità,
tra “ho bisogno di te” e “mi salvo da solo”,
tra un distanziamento sociale utile e un distanziamento energetico che ha inibito i miei sensi.
Alla fine, ognuno apre la propria valigetta del pronto soccorso
e prega il proprio Dio che all’interno qualcosa ci possa dare una mano!
Perché non bastano disinfettanti e cerotti per lenire le ferite:
è necessario un buon cicatrizzante che si chiama "Coraggio",
una lunga benda per coprire temporaneamente le ferite che si chiama "Tempo"
e poi ogni tanto, almeno una volta al giorno, è necessario sedersi, sbendare, guardare la ferita. Se serve ancora, cicatrizzare.
Oppure sedersi sul nostro cuscino preferito e semplicemente essere grati di vivere con la possibilità di ricominciare.
Ma c’è un componente biologico essenziale che si attiva in noi e si chiama Amore:
beh, dico che questo momento è stato capace di anestetizzare e corazzare l’Amore.
Forse ogni tanto ci siamo persi tra i boschi bui e asfissianti dell’angoscia e dell’egoismo, e per proteggerci di più e ancora di più, abbiamo insultato, deriso, urlato contro …mah, non so contro chi o che cosa.
Dapprima tutto era travestito da unione, benevolenza e aiuti... così come si poteva fare, ognuno a casa propria. Poi, quasi tutto ha fatto un passo indietro o semplicemente si è scostato a lato per dare la precedenza ad altro
e quel componente biologico è diventato facoltativo, non più essenziale.
Non comprendi nulla sulla motivazione di tutto questo,
ma percepisci le dimensioni della vita, la sua larghezza, lunghezza e profondità;
ascolti con più attenzione,
quasi quotidiana consapevolezza,
che RI-COMINCIARE
vuol dire avere sempre nuove possibilità di trasformare le cose,
ma anche RECUPERARE qualità e abilità,
arricchire la tua valigetta del pronto soccorso,
creare nuove preghiere,
aumentare l’ascolto non giudicante del proprio respiro che va e viene senza chiedere nulla in cambio,
tessere un nuovo Coraggio e un nuovo Amore rinnovato e leale.
Allora, per me ricominciare ha a che fare con il tenere aperta la via di entrata e uscita tra me e il mondo, lasciando nel percorso solo le orme dei miei piedi, nient’altro.
Una via di contatto tra la grotta dell’anima e le stagioni del mondo, consapevole di non poter porre il mio controllo in nessuna di esse, altrettanto consapevole di poter inondare di energia amorevole entrambe.
Parto,
prendo la mia via non più camminando,
ma danzando.
Ci incontriamo lì.
"LA DANZA INCONTRA LA CONSAPEVOLEZZA:
SIGNIFICATI, SIMBOLI E SENTIERI DELLA DANZA CONSAPEVOLE E DELLA MINDFULNESS"
Non ti preoccupare...non serve avere conoscenze tecniche per godere e apprezzare questo stile di movimento, o meglio di VITA!
E' sufficiente avere il desiderio di connettersi con il proprio cuore e...danzare!
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